Da pigmento a veleno per topi il passo è breve!
Per LE RICETTE DI GIALLOLITARGIRIO: LA SCIENZA DEI PIGMENTI parleremo di un pigmento di eccezionale rilevanza non tanto per il suo longevo utilizzo ma per la pericolosità dei suoi componenti e cioè il verde di scheele.
Il verde di Scheele è un acetoarsenito di Cu (II) 3 Cu(AsO2)2·Cu(CH3COO)2.
Nel 1775 Carl Wilhelm Scheele mise a punto una tecnica per produrre un pigmento molto duraturo e di un verde molto brillante, poi denominato verde di scheele.
Il pigmento è a base di arseniato acido di rame che forma molecole piuttosto grandi nella maggior parte amorfe.
Questo verde era impiegato prevalentemente nelle carte da parati. Malgrado la sua pericolosità si conoscesse da tempo la prima carta da parati senza arsenico venne prodotta solo nel 1859 in Gran Bretagna da William Woollams & Co. Mentre il pigmento è stato utilizzato nel tempo con diversi nomi. I preraffaelliti, come Rossetti, prediligevano usare il verde di scheele.
La tossicità dell’arsenico era nota anche ai tempi (vedi il suicidio di madame Bovary) ma si credeva che lo fosse solo se ingerito. Grazie agli studi di Clemenza et al. 2009 sui suoi capelli si può supporre proprio che Napoleone sia stato ucciso anche da questo pigmento verde con il quale è venuto a contatto nell’isola di Sant’Elena ma anche durante l’infanzia per via del largo impiego del pigmento.
Esempio di utilizzo: Vincent van Gogh, Madame Roulin Rocking the Cradle (La Berceuse), 1889; Gauguin, Arlésiennes (Mistral).
Identificazione: XRF, Raman, FTIR
Fonti:
Artists’ Pigments. A Handbook of Their History and Characteristics. N.S. Baer, A. Joel, L. Feller e N. Indictor.
I pigmenti nell’arte, N. Bevilacqua,
La chimica nel restauro, Matteini Moles.
Immagini
“Madame Augustine Roulin and Baby Marcelle (Vincent Van Gogh ~ 1889)” by Laurel L. Russwurm is marked with CC PDM 1.0