per IL LUNEDì CI RIMANGO DI SASSO parleremo dell’alabastro.
L’alabastro è una roccia evaporatica che non ha subito quindi metamorfismo. Per quanto dall’apparenza molto pregiata e particolare anche per la varietà di forme e colori in realtà è una roccia molto comune che si origina dalla deposizione sotterranea delle acque (stalattiti e stalagmiti). Infatti l’apparenza raggiata e fibrosa in cui si presenta è dovuto alla deposizione particolare di queste pietre originate in seguito al continuo stratificarsi del nuovo materiale. Il disegno che si otterrà sarà dato dal taglio e dalla bravura del marmaio stesso. In generale la definizione di alabastro è variata dall’antico al moderno (che è una varietà di gesso).
Il paese fondamentale degli alabstri è l’Egitto poiché ne occorre in gran quantità in diverse zone. Plinio ci parlerà della prima introduzione di questo marmo a Roma.
Gli utilizzi sono dei più vari in base anche alle inclusioni che gli permettono di ottenere colori dal giallo al rosso e da opaco a trasparente. Viene quindi utilizzato per oggettistica, rivestimenti parietali e colonne.
Esistono circa 122 specie ma le varietà più note sono: a pecorella, fiorito, di Volterra, cotognina, tartarugata.
esempi di utilizzo: è possibile individuarne un’infinità di varietà in tutte le chiese di Roma.
Fonti
Wikipedia-alabastro
Marmora Romana
Manuale dei marmi romani antichi
Immagini
“File:Urna cineraria in alabastro da abbazia delle tre fontane (via laurentina), 0-50 dc ca..JPG” by Sailko is licensed under CC BY-SA 3.0